Il mantra della diversificazione

Compresi bene i concetti mai scontati di rischio e rendimento e ragionando in una logica di portafoglio l’obiettivo di ogni investitore razionale è minimizzare il primo e massimizzare il secondo. Se all’interno di gestioni attive o attraverso un’impegno assiduo di aggiornamento dell’asset allocation la domanda può trovare risposta nella possibilità, per nulla certa, di riuscire a seguire i movimenti erratici dei mercati, la strada per i portafogli di lungo termine e con un limitato grado di dinamicità è certamente la diversificazione.

Il concetto, che oggi ad alcuni può apparire banale ma che non tutti ancora comprendono in pieno, fu introdotto nel secolo scorso dalla cosiddetta Modern Portfolio Theory del premio nobel Markowitz. Egli, ragionando all’interno di un mondo ideale, ma sufficientemente realistico, in cui le scelte di investimento dipendono dalle sole variabili rendimento e volatilità mise in evidenza per la prima volta come sia possibile massimizzare il primo a parità della seconda o, viceversa, minimizzare la seconda lasciando invariato il prima. In altre parole dimostrò che scegliendo opportunamente i titoli di un portafoglio ogni investitore ha la possibilità di ridurre il rischio complessivo a parità di rendimento o di aumentare il rendimento a parità di rischio.

La chiave per ottenere tali risultati risiede nella relazione tra gli andamenti dei titoli scelti, ovvero dei loro rendimenti. Quanto più essa è nulla o negativa (cioè caratterizzata da andamenti tendenzialmente opposti), tanto più l’effetto diversificazione, che permette di ottenere i detti vantaggi, è elevato. Tecnicamente la misura di questi legami è chiamata correlazione e spesso viene rappresentata nella nota matrice di correlazione, attraverso la quale è piuttosto agevole individuare gli strumenti con relazioni virtuose.

Questa impostazione si basa naturalmente su una serie di ipotesi relativamente restrittive. In particolare, il modello è di tipo uniperiodale, non considera cioè gli effetti di potenziali movimentazioni di portafoglio tra l’inizio e la fine del periodo di analisi. Per questo motivo la diversificazione è particolarmente importante nei portafogli di lungo periodo caratterizzati da sostanziale staticità.

Con i mercati recentemente inondati dalla droga delle banche centrali anche la logica delle correlazioni è temporaneamente meno efficace ma la scelta più opportuna rimane quella di diversificare: in questo caso non solo tra le asset class ma anche tra gestori e modelli operativi, inserendo ad esempio in portafoglio fondi caratterizzati da gestioni attive.

Luca Lodi

Centro Studi FIDA