Selectra J. Lamark Biotech – 20/08/2020

20/08/2020 13:41:04

Studio redatto per Borsa Italiana

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FIDArating:

Azionari settoriali – Biotecnologia

Politica d’investimento

L’obiettivo del Selectra J. Lamarck Biotech, fondo a gestione attiva, è quello di conseguire un apprezzamento del capitale nel lungo periodo, partecipando al capitale di società operanti nel settore delle biotecnologie senza restrizioni geografiche. La strategia di investimento permette al fondo di ottenere, tramite una gestione attiva e focalizzata a selezionare le aziende con prodotti biotecnologici più promettenti, di sovraperformare il Nasdaq Biotech Index. In portafoglio vengono inserite principalmente società con sede negli Stati Uniti ed in via residuale in Europa ed Asia.

Esso si riserva di investire fino al 10% del suo patrimonio in OICR, inclusi ETF, legati alle biotecnologie e limita l’utilizzo di derivati alla sola finalità di copertura dal rischio di cambio.

Analisi storica

Il settore delle biotecnologie è un settore molto innovativo, fortemente soggetto al ciclo economico e altresì legato anche a dinamiche demografiche ed antropologiche. Quotato nel gennaio del 2011, il primo anno del fondo è stato caratterizzato da un andamento altalenante a cui ha fatto seguito un’enorme espansione, in cui le società statunitensi ed europee hanno assistito ad una crescita esponenziale, a partire dal 2012 fino al raggiungimento dei massimi assoluti nel 2015. L’anno successivo vi è stata una brusca correzione, probabilmente dovuta alle prese di profitto degli operatori.

Nel 2017 però si è concretizzata una ripartenza dell’intera categoria facendo registrare tassi di crescita a doppia cifra e spingendo il mercato su nuovi massimi, prima della profonda correzione sofferta dai mercati azionari globali del quarto trimestre 2018 che ha fatto registrare perdite importanti.

Dopo un draw down del 25% le quotazioni, nell’anno 2019, sono poi ripartite superando i massimi precedenti e registrando rendimenti di poco superiori al 25%. Nel 2020 dopo una brusca discesa del 27% dovuta alla diffusione del Covid19 le quotazioni si sono riprese è attualmente registrano un rendimento da inizio anno positivo.

Dal confronto con l’indice FIDA FFI Azionari Settoriali Biotecnologia emerge come il fondo ottiene rendimenti sistematicamente superiori all’indice di categoria mantenendo però una rischiosità in termini di volatilità e draw down similare.

Costi e struttura del comparto

Il comparto è strutturato in 4 classi denominate e quotate in euro, di cui tre destinate ad essere collocate presso una clientela retail e una consigliata ad investitori istituzionali.

La classe D è liberamente negoziabile su mercato ATFund di Borsa Italiana, prevede un importo minimo di sottoscrizione pari ad un’azione ed è soggetta a commissione di gestione dello 0,40%.

Le classi B e C sono accessibili solamente con un investimento minimo iniziale di 5.000 e commissioni di gestione uguali alla classe D.

La classe A richiede un investimento minimo pari ad 1.000.000 euro e commissioni di gestione sempre pari allo 0,40%.

Su tutte le classi grava una commissione di entrata massima del 3% e le advisory fee che per le classi  B, C e D ammontano ad un massimo del 2,5%, mentre per la classe A sono ridotte fino ad un massimo del 1,3%.

Per tutte le classi è prevista una performance fee del 20%, applicabile attraverso clausola High Water Mark.

Sintesi

Il fondo investendo nel settore biotech risulta essere uno strumento non adatto a tutti gli investitori, infatti le imprese biotecnologiche sono per natura caratterizzate da un andamento molto volatile: l’indicatore di rischio SRRI del fondo riflette questa caratteristica ed è pari al livello di rischiosità massimo di 7.

L’alto rischio dovrebbe essere compensato da elevati rendimenti nel lungo termine, risultati che potrebbero incrementarsi in futuro grazie all’andamento demografico (il quale vede sempre più invecchiarsi la popolazione e di conseguenza incrementarsi la domanda di nuovi farmaci), all’allentamento sul controllo dei farmaci (prezzi più bassi costringeranno le case farmaceutiche a innovare maggiormente i prodotti).

L’investimento è per cui consigliato ad un investitore che sopporta elevate oscillazione di valore dello strumento, caratterizzandosi quindi per una buona tolleranza alle perdite, con orizzonte temporale di almeno 5 anni e da inserirsi in un portafoglio già ampiamente diversificato soprattutto a livello settoriale.

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